Le F1 sporche rivelano i segreti dell'aerodinamica
La pioggia mista all'olio che ha continuato a trasudare dal nuovo manto asfaltato di Istanbul Park ha formato uno strana emulsione grigia che ha sporcato le carrozzerie delle monoposto di F1, mostrando con un'accuratezza ancora maggiore della vernice flo viz qual è l'andamento dei flussi sulle vetture, permettendoci di visualizzare dei passaggi d'aria e dei vertici che altrimenti si osservano solo in galleria del vento.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Il GP della Turchia ha offerto molti spunti interessanti: oltre a regalare una gara molto spettacolare per la pioggia e la ridotta aderenza che ha messo a dura prova l’abilità dei piloti, l’Istanbul Park si è trasformato in una sorta di galleria del vento all’aperto che, in qualche modo, ha reso “visibili” alcuni concetti aerodinamici intorno ai quali le squadre lavorano per trarre dei vantaggi prestazionali.
La fresca asfaltatura (solo due settimane prima della gara) ha determinato un fatto del tutto singolare che ha permesso ai nostri fotografi di scorgere alcuni “segreti” nell’andamento dei flussi, rivelando qualità e pecche delle monoposto, oltre a visualizzare per effetto delle insolite condizioni meteo anche alcuni vortici che solitamente non si riescono a osservare.
Racing Point RP20
Photo by: Charles Coates / Motorsport Images
AlphaTauri AT01
Photo by: Charles Coates / Motorsport Images
Perché l’emulsione che si è creata fra l’acqua e i residui di olio che hanno continuato a spurgare dal bitume del nuovo asfalto, ha determinato che le F1 abbiano completato la corsa molto sporche, per cui le carrozzerie sono state solcate da un inedito fluido grigio scuro che, per effetto della velocità, si è spalmato seguendo i flussi d’aria.
Bisogna ammettere che il risultato è stato straordinario, come nemmeno la vernice flo-viz può assicurare ai tecnici che nei test aerodinamici ricorrono proprio al liquido fluorescente per ottenere lo stesso risultato, vale a dire la visualizzazione dei flussi che viene confrontata con i dati del wind tunnel.
Le immagini che vi proponiamo ci offrono un mosaico molto interessante sullo sviluppo aerodinamico delle monoposto e siamo certi che gli ingegneri dei team analizzeranno con cura certi scatti per capire dove può essere arrivata la concorrenza.
Red Bull RB16
Red Bull Racing RB16
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
La monoposto di Adrian Newey è particolarmente efficiente nel suo disegno perché si può osservare quanto il flusso dalla parte superiore della pancia venga incanalato verso il basso e indirizzato verso il diffusore posteriore: la fotografia rivela come i filetti seguano le superfici e non si stacchino dalla carrozzeria, sfruttando anche lo strato limite.
Mercedes W11
Mercedes W11: ecco com si riattaccano i flussi orientati verso il fondo dalla parte superiore delle pance
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
La freccia nera non è da meno rispetto alla monoposto di Milton Keynes, ma a stupire è il fatto che i tecnici di Brackley sfruttano anche la forma dell’Halo, uno strumento di sicurezza che sporca l’aerodinamica sopra all’abitacolo, per orientare i flussi verso il basso, assicurando un eccellente riempimento di aria nella zona a Coca Cola ottimizzando il rendimento del diffusore posteriore.
Haas VF-20
Haas VF-20: ecco come si muovono i flussi verso il fondo
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Analizzando l’immagine che ritrae la Haas di Kevin Magnussen non si ha la stessa sensazione di quanto osservato sulla W11, visto che la portata del flusso sembra meno omogenea a costante: per esempio l’aria deviata dall’Halo sembra riattaccarsi molto più indietro nella fiancata rispetto alla Mercedes. Ma ogni team elabora i suoi concetti e non è detto che tutti vadano nella stessa direzione.
Renault R.S.20
Renault R.S.20: ecco come le turbolenze della ruota anteriore vengono ripulite in flussi che generano carico
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Anche la squadra di Enstone sta effettuando un ottimo lavoro e lo testimonia il fatto che la Casa francese è ancora in lizza per il terzo posto nel mondiale Costruttori: la R.S.20 ci testimonia come sia possibile trasformare una zona molto perturbata dalle turbolenze della ruota anteriore in movimento in un flusso più pulito che viene spinto verso il fondo dalle cinque feritore che formano le “veneziane” davanti al deviatore di flusso a ponte. Anche sulla “giallona” si osserva una buona gestione dei filetti, confermando la crescita nello sviluppo aerodinamico.
McLaren MCL35
McLaren MCL35
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
La monoposto di James Key ci mostra, grazie all’umidità dell’aria turca, le trecce di Berenice che si formano nel bordo d’uscita fra il flap mobile dell’ala posteriore e la paratia laterale. Lo scatto evidenzia la forma chiaramente vorticosa di quel flusso che contribuisce a influenzare la scia.
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