La FIA protegge Masi e Tombazis dagli attacchi Mercedes
La Federazione Internazionale ha affidato a Peter Bayer, Segretario Generale FIA dello Sport, anche la responsabilità dell’area monoposto, facendo scomparire i due nomi che sono al centro delle recenti polemiche. Non c'è stata nessuna rimozione: i due stanno lavorando alla programmazione della stagione 2022, mentre il fresco presidente Ben Sulayem aspetta i i risultati dell'inchiesta che è stata avviata dopo i fatti di Abu Dhabi.
Membri FIA in arrivo
Sam Bloxham / Motorsport Images
Mohammed Ben Sulayem, fresco presidente della FIA, ha scelto Peter Bayer come responsabile dell’area monoposto. Toccherà al Segretario Generale dello Sport della Federazione Internazionale seguire le competizioni a ruote scoperte e, in particolare, la Formula 1.
Insomma Ben Sulayem incarica l’austriaco di diventare l’interfaccia di Stefano Domenicali, presidente e CEO di F1, nel paddock. La FIA nomina una figura di prestigio per occuparsi del campionato che quest’anno avvia una rivoluzione tecnica per portare il mondo dei GP in una nuova era.
Ha destato un certo clamore il fatto che nel nuovo organigramma della FIA alla voce single-seater sia comparso il nome di Peter Bayer al posto di quello di Michael Masi, direttore di gara della F1, e Nikolas Tombazis, responsabile tecnico.
Chi si è limitato a commentare i cambiamenti dal grafico pubblicato dalla Federazione Internazionale ha tratto delle conclusioni sbagliate, sbagliatissime perché tanto Michael Masi quanto Nikolas Tombazis sono operativi ai loro posti e stanno programmando la stagione 2022 che sta per partire.
La sensazione che abbiamo avuta è che l’organo legislativo non abbia alcuna intenzione di effettuare una rimozione, ma intenda “proteggere” le figure più esposte mediaticamente e quindi coinvolte in roventi polemiche, anche per evitare l'ammissione di sbagli. Dunque l’esatto contrario di quanto si va dicendo.
La stampa inglese da qualche giorno tira fuori delle anticipazioni secondo le quali la Mercedes aspetterebbe con urgenza delle risposte: secondo i britannici la presenza di Lewis Hamilton al via della stagione sarebbe condizionata dagli esiti dell’indagine che la FIA ha avviato (ancora sotto la presidente di Jean Todt) dopo il contestato GP di Abu Dhabi.
È evidente che il silenzio di Lewis rientra in una strategia che viene cavalcata da Brackley, ma è altrettanto certo che l’epta-campione sarà regolarmente al suo posto sulla freccia d’argento W13, altrimenti la Stella si troverebbe con un problema enorme per cominciare il nuovo ciclo della F1 senza il pilota più rappresentativo, pur contando sull’arrivo di George Russell.
E in tutto questo, nel bel mezzo della vicenda, c’è stato il cambio della presidenza FIA con Jean Todt che ha chiuso il suo mandato per lasciare il posto a Mohammed Ben Sulayem. Proprio gli inglesi non avrebbero votato Graham Stokker, il candidato loro connazionale, per supportare il manager arabo.
Il Daily Mail, infatti, sostiene che domani ci sarà un incontro fra Ben Sulayem e Toto Wolff per discutere della posizione di Masi. È evidente che c’è un forte tentativo di fare pressione perché la FIA decida la giubilazione del direttore di gara australiano, ma sembra più un tentativo mediatico che una strategia effettiva.
Nel momento in cui la Mercedes ha rinunciato a presentare appello sulle decisioni di Abu Dhabi che hanno portato Max Verstappen al titolo mondiale non c’era in cambio la condizione di far fuori Masi e Tombazis (colpevole di aver seguito le indicazioni Red Bull sulla flessibilità dell’ala posteriore della W12 che ha portato Hamilton a essere penalizzato in Brasile per la non conformità della distanza fra i profili).
La Casa di Stoccarda, stando alle nostre informazioni, potrebbe decidere, avendo accettato il verdetto sportivo, di chiedere alla FIA di poter andare a un tribunale civile, per intentare una causa di danni qualora dall’inchiesta federale emergesse una qualsiasi colpa. Quello sembra sia il vero punto dolente della questione…
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