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Wolff: "Mercedes alzate da terra per non rompere il fondo"

Il team principal del team campione del mondo ha ammesso che le frecce nere hanno rinunciato a una parte del carico aerodinamico (e quindi alla prestazione) per non pregiudicare l'affidabilità del fondo, mentre la Red Bull ha dato la sensazione di prendere qualche rischio in più dovendo ricorrere a dei rinforzi delle ali concessi dalla FIA per ragioni di sicurezza. Quale sarà la scelta che pagherà in gara?

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

La partita a scacchi mondiale prosegue, senza che si possano fare delle previsioni. La Mercedes era attesa a essere protagonista ad Austin e, invece, la qualifica ha giocato a favore della Red Bull con la strepitosa pole position di Max Verstappen. Ma questa è una visione semplicistica che ha permesso al pilota olandese di mettere la sua RB16B davanti a tutti in una gara che potrebbe segnare una svolta nella sfida iridata.

Nessuno si aspettava una supremazia della Red Bull, confermata dal terzo posto di Sergio Perez staccato solo di un paio di decimi dal suo “capitano”. Ma è cresciuta la RB16B o è calata la freccia nera?

Toto Wolff, team principal di Brackley, dà la sua chiave di lettura: “Abbiamo dovuto rinunciare a una parte delle prestazioni per evitare di “massacrare” il fondo che toccava sui dossi e si rompeva per cui abbiamo adottato della attenuati per essere sicuri di arrivare in fondo alla gara”.

La Mercedes ha dovuto alzare la monoposto per evitare le fastidiose asperità della pista americana, ma l’effetto di questa modifica che preserva l’affidabilità, pregiudica il giro secco con una perdita di carico aerodinamico.

Nel team di Brackley non hanno voluto prendere rischi, rinunciando a una pole position che poteva essere alla portata, mentre in casa Red Bull si sono presi qualche rischio in più, al punto che la FIA, sulle RB16B, ha autorizzato prima delle qualifiche il rinforzo dell’ala posteriore che ha mostrato pericolose cricche per le violentissime sollecitazioni a cui vengono sottoposte.

I tecnici diretti da James Allison hanno fatto una scelta aerodinamica più guardinga, per cui si spiega forse il secondo posto di Lewis Hamilton, nonostante una power unit spinta con il massimo overbost, e il quarto posto di Valtteri Bottas che si è trasformato nel nono a causa della penalità di cinque posizioni per l’adozione del motore 6.

“Siamo stati meno competitivi rispetto alle prove libere del venerdì – ha spiegato Toto – è evidente che non abbiamo soddisfatto le nostre aspettative, ma le scelte che sono state fatte possono pagare in gara”.

"Se guardiamo alle prestazioni, entrambe le Red Bull sono sembrate molto forti e, probabilmente, sulla carta, sono anche le monoposto più veloci. Ma abbiamo anche visto che le cose possono cambiare in gara durante la partenza o dei ritiri. Per questo posso dire che il risultato della qualifica non è detto che sia quello della corsa. Grazie a Dio non è così, e c'è lo spazio per cambiare le cose. La speranza è di portare più avanti anche Valtteri Bottas”.

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