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Retroscena Mercedes: Wolff voleva correre, Kallenius no!

Nel meeting al Crown Hotel quattro squadre erano contrarie a disputare il GP (McLaren, Ferrari, Alfa Romeo e Renault) e quattro intenzionate a scendere in pista (Red Bull, AlphaTauri, Racing Point e... Mercedes). Astenute Haas e Williams. Poi una telefonata del presidente Daimler ha fatto cambiare idea a Toto Wolff.

Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG

Glenn Dunbar / Motorsport Images

“La notte del Crown Hotel” sembra il titolo di un film, e forse questa storia un po' ad un film ci assomiglia davvero.

La trama ha tutto ciò che serve, intrighi, colpi di scena, schieramenti contrapposti ed attori protagonisti, e c’è anche chi all’improvviso (con una telefonata) cambia le carte in tavola. Procediamo con ordine.

Dopo la decisione della McLaren di ritirarsi dal weekend di gara, a causa della positività al test Coronavirus di un suo tecnico presente in pista, poco dopo la mezzanotte di giovedì sera di Melbourne (quindi di fatto venerdì) i team principal di Formula 1 si sono incontrati in una sala del Crown Hotel di Melbourne per valutare il da farsi a poche ore dalla prima giornata di attività in pista del Mondiale 2020.

Prima ancora di sedersi intorno al tavolo, alcune posizioni erano già molto chiare. Ovviamente quella della McLaren, che aveva già dichiarato il suo ritiro dal weekend australiano, ma non solo.

Alla luce della notizia confermata dal team inglese, Mattia Binotto aveva già deciso di non esporre ad alcun rischio i componenti del team Ferrari, quindi di fatto la Scuderia (indipendentemente dalle decisioni che sarebbero state prese nel meeting) non avrebbe comunque preso parte al Gran Premio d’Australia.

Una conferma della scelta Ferrari è arrivata anche dalla decisione di Sebastian Vettel, tornato in Europa nella notte ben prima che venisse ufficializzata la cancellazione della gara.

Per procedere all’annullamento dell’evento era però necessario certificare la decisione di non scendere in pista di almeno cinque squadre, come recita l’articolo 5.7 del regolamento sportivo:
“Un evento può essere cancellato se sono schierabili in pista meno di 12 monoposto”.

Una prassi? Non proprio. All’inizio del meeting, solo quattro squadre hanno confermato la volontà di non disputare il Gran Premio, ovvero Ferrari, McLaren, Alfa Romeo e Renault.

Dall’altra parte del tavolo il gruppo di chi spingeva per scendere regolarmente in pista era composto da Red Bull, Alpha Tauri, Racing Point e… Mercedes.

Il team campione del Mondo era favorevole ad iniziare l’attività disputando le due sessioni di prove libere di venerdì, valutando poi il da farsi a fine giornata. Con Williams e Haas schieratesi a favore di quella che sarebbe stata la maggioranza (di fatto astenute), si è innescata una situazione di stallo che si è protratta a lungo, senza cambiamenti di posizioni.

Potenzialmente c’era quindi la possibilità di vedere dodici vetture regolarmente in pista venerdì mattina, ma a cambiare gli equilibri è stata una telefonata: da una parte Toto Wolff, dall’altra Ola Kallenius, presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Daimler.

La chiamata del manager svedese avrebbe riguardato i timori per la salute del personale della squadra in seguito alla notizia confermata dalla McLaren.

Dopo aver fatto il punto della situazione con Kallenius, Wolff è tornato al tavolo in cui era in corso il confronto cambiando posizione.

Con la Mercedes passata nello schieramento di chi era contrario allo svolgimento del weekend, il numero di monoposto minimo per poter garantire lo svolgimento del weekend è mancato, e la FIA ha così iniziato la procedura per l’annullamento.

La storia è proseguita con una curiosa coda mediatica. La Federazione Internazionale ha ufficializzato la cancellazione del Gran Premio d’Australia attraverso un comunicato stampa inviato alle ore 9 in punto locali, tutto come da programma se non fosse che tre minuti prima era già giunto ai media un comunicato Mercedes in cui il team ha sottolineato di “aver inviato una lettera al FIA e alla Formula 1 chiedendo la cancellazione del Gran Premio d'Australia 2020 (…) la salute fisica e mentale e il benessere dei membri del nostro team e della più ampia comunità di F1 sono la nostra priorità assoluta”.

Una mossa che ha indispettito non poco le altre squadre, sia per la tempistica che per il contenuto. Nessuno degli altri team ha infatti riportato di aver inviato lettere alla FIA, limitandosi a sottolineare il sostegno alle scelte della Federazione Internazionale.

“Diciamo una mossa furbetta - ha commentato un addetto ai lavori – anticipano le comunicazioni FIA e sostengono di essere stati loro a far pressione per abolire la gara. Beh, poche ore prima erano proprio loro in prima fila per scendere in pista…”.

Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e Mattia Binotto, Team Principal Ferrari
Mercedes F1 W11
Valtteri Bottas, Mercedes-AMG Petronas F1
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1
Nicholas Latifi, Williams Racing, Sebastian Vettel, Ferrari, Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1, e Daniel Ricciardo, Renault F1 in conferenza stampa
Il team Mercedes inizia a fare i bagagli nella corsia dei box
L' attrezzatura nel garage Mercedes imballata e pronta per essere portata via
Ron Meadows, Sporting Director, Mercedes AMG
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1
Dettagli freno posteriore della Mercedes F1 W11
Il numero di Valtteri Bottas sulla Mercedes F1 W11
il logo della  INEOS sulla carrozzeria della Mercedes F1 W11
Mercedes W11: ecco il DAS montato per il GP d'Australia
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1, in conferenza stampa
Dettagli pance Mercedes F1 W11
Dettagli retotreno Mercedes F1 W11
Dettagli sospensione anteriore Mercedes F1 W11
Valtteri Bottas, Mercedes-AMG Petronas F1
Tifosi Mercedes e McLaren
Sebastian Vettel, Ferrari and Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1 in conferenza stampa
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