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Bagnaia: "Se 2 o 3 decidono di correre, siamo obbligati tutti"

Il pilota della Ducati non ha nascosto di essere molto preoccupato per le condizioni dell'asfalto di Austin, con i dossi che lo rendono molto pericoloso, in particolare alla curva 10. Pecco però ritiene difficile che si possa trovare un fronte comune per non correre domenica.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il weekend di Austin sta diventando un qualcosa di quasi paradossale. Non c'è solo il fuso orario del Texas a scombussolare tutto, ma ogni giorno sta venendo fuori un tema che sta facendo quasi passare in secondo piano l'aspetto sportivo. Se nella giornata di giovedì tutti hanno parlato del tema della sicurezza nelle categorie formative, oggi la questione è diventata d'attualità anche in MotoGP.

Nonostante sia stato riasfaltato in alcuni tratti, il tracciato texano ha visto addirittura peggiorare la situazione legata alle buche ed ai dossi, rendendo praticamente inguidabili le moto della classe regina. Una situazione che ha fatto letteralmente infuriare i piloti, con alcuni che addirittura sono arrivati a dire che forse sarebbe meglio non correre domenica.

Pecco Bagnaia non si è spinto tanto in là, ma ha sottolineato quanto sia pericoloso guidare in queste condizioni, soprattutto in un tratto veloce come quello della curva 10. Ma in generale bisogna guidare soprattutto pensando a rimanere in piedi piuttosto che cercando di essere veloci.

"Il problema qui dentro è che non puoi guidare pensando solo ad essere il più veloce possibile. Devi guidare pensando a tenere stretta la moto e non permettere che inizi a muoversi troppo, ma fisicamente è molto dura così. La curva 10, per esempio, fa paura: la moto si muove sempre tantissimo ed ho rischiato di cadere oggi. Il problema è che in quel punto rimani in mezzo alla pista se cadi, perché quel tipo di curva ti fa scivolare dritto per dritto. Se capita in gara, con 20 moto dietro, è veramente dura riuscire a spostarsi", ha detto Bagnaia.

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"E' una situazione alla quale non voglio neanche lontanamente pensare, ma bisogna pensare bene a tutto, anche perché non solo l'unico pilota a dire queste cose. Solo un paio forse non sono d'accordo. Ne parleremo in Safety Commission e vedremo. Bisognerà chiedere e capire la decisione che hanno preso. Sicuramente è affascinante venire a correre qui, perché il circuito è molto bello, ma così diventa il più pericoloso. Normalmente, quando riasfaltano una pista è per migliorarla, ma questa è peggiorata: in Safety Commission ci dovranno spiegare perché. E se non dovessero riasfaltare, forse sarebbe meglio non tornare qui l'anno prossimo".

A questo punto gli è stato chiesto se secondo lui non ci sia la possibilità che i piloti si possano mettere d'accordo per decidere di non correre domenica, ma il pilota della Ducati non è sembrato troppo aperto a questa ipotesi, ammettendo con onestà che non giocherebbe neppure a suo favore. Ma aggiungendo anche che difficilmente si potrebbe trovare l'unanimità su un tema del genere.

"Fossi Quartararo, con 48 punti di vantaggio, mi sentirei più sereno a dire che è meglio non correre. Io andrei sicuramente in perdita a non correre, perché mi sto giocando il titolo, ma in una situazione così quello che senti è che non sei sicuro. E quando guidi in questa condizione, è ancora più facile commettere errori. Non sono io che decido, cercherò di dire la mia, ma mi adatterò a quello che viene deciso in Safety Commission".

"In Moto3, per esempio, le moto pesano molto poco e vanno più piano, quindi non hanno grossi problemi su questi avvallamenti. Già una Moto2, che non ha controlli, se parte su un avvallamento non la prendi più, quindi è già una situazione critica. Sicuramente non siamo obbligati a correre, ma siamo venuti fino a qui per questo. Il problema è che se due o tre decidono di correre, siamo obbligati tutti. E' quella la situazione", ha concluso.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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