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Il futuro GT di Valentino Rossi: cervello e pazienza, non pretese

Valentino lascerà l'amato mondo delle 2 ruote per... raddoppiare e salire sulle 4. La voglia di essere protagonista anche nelle GT3 è tanta e si può fare un percorso serio con la Ferrari, ma dovrà essere capace di calarsi nella parte e non voler tutto subito. Vediamo come e perché.

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi

motosport.com

Il ritiro di Valentino Rossi dalla MotoGP ha inevitabilmente inchiostrato le pagine di tutti i giornali e inondato il mondo del web di commenti e analisi. E ancora continuerà a farlo, perché parliamo comunque di uno dei più grandi motociclisti di tutti i tempi, sul quale ogni singola virgola ormai è ripetuta a dismisura.

Il "Dottore" è poi personaggio di spicco anche per l'attualità e il gossip (ultimo il fatto che diventerà papà), ma continuerà soprattutto a far parlare di sè per le gesta in pista. Non tanto grazie al team VR46 con cui manterrà un ruolo nel panorama delle due ruote, ma per la scelta di proseguire una carriera attiva... raddoppiando.

Le macchine da corsa sono sempre stata la passione del ragazzo di Tavullia, che ha ammesso di voler intraprendere una avventura nel Gran Turismo a partire dal prossimo anno, quando sarà più sulla griglia di partenza del Motomondiale come concorrente.

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Rossi sulla Rossa

Al di là dei leggendari risultati in moto, Valentino si è sempre distinto anche per quando è salito a bordo di macchine, sia a ruote coperte che scoperte. Fece scalpore il test che Rossi svolse con la Ferrari nell'inverno del 2006, anche perché dietro quella che poteva essere una semplice uscita di divertimento c'era in realtà una operazione molto più ampia.

Ovviamente sempre di marketing si tratta quando ci sono di mezzo marchi e personaggi di questo calibro, ma l'allora Presidente di Maranello, Luca Cordero Di Montezemolo, coltivava realmente il sogno di portare il marchigiano in Formula 1. E allo stesso Pluri-Campione delle moto l'idea di fare un salto dall'altra parte del fiume stuzzicava parecchio.

L'amore per le due ruote e altre questioni legate ad accordi sportivi e di sponsor non fecero decollare la cosa, anche se una replica Rossi-Rossa si potè apprezzare con la F2008 Campione del Mondo Costruttori un paio di altre volte. Ma restando giornate di puro divertimento, nulla più.

A fine 2019, grazie a sponsor comuni, Rossi ebbe modo di scambiare la sua Yamaha M1 con la Mercedes di Lewis Hamilton a Valencia in un'altra bella iniziativa dove entrambi hanno potuto provare i brividi e l'adrenalina a mezzi invertiti.

Valentino Rossi prova la Ferrari F2008

Valentino Rossi prova la Ferrari F2008

Photo by: Ferrari Media Center

Spazzolate nei rally

Chi ha avuto modo di apprezzare il Valentino a bordo della Honda-Repsol negli anni 2002-2003 ricorderà sicuramente le 'virgole' lasciate sull'asfalto in curva, con dei traversi in staccata (anche sul bagnato) che lasciavano col fiato sospeso tifosi e addetti ai lavori.

La guida 'sporca' del pesarese l'abbiamo potuta apprezzare più volte anche con le macchine da rally, tutte di categoria WRC e di marchi multipli dal 2006 in avanti. Peugeot, Škoda, Ford e Subaru sono state le auto condotte da VR46, con le quali ha partecipato al Memorial Bettega e vinto il Monza Rally Show diverse volte, imponendosi davanti a piloti del Mondiale e non solo.

Di fatto l'evento brianzolo ha cominciato ad essere costruito ad-hoc per il 9 volte Campione del Mondo delle 2 ruote, che prendeva la cosa seriamente, ma anche come 'vacanza' invernale per restare attivo e respirare l'odore delle gomme e freni bruciati, senza mai voler avviare una carriera reale in questo ambiente.

Valentino Rossi, Carlo Cassina, Ford Fiesta WRC

Valentino Rossi, Carlo Cassina, Ford Fiesta WRC

Photo by: Autodromo Nazionale Monza / Lorenzo Beretta

Ferrari grande amore

Che la Ferrari fosse in un qualche modo il futuro di Valentino lo si sarebbe potuto intuire non solo nelle scorribande con le monoposto di F1 del Cavallino Rampante, ma anche con le GT uscite dall'azienda emiliana. La prima scelta è stata la 458 GT3, che gestita dalla Kessel Racing il nostro protagonista ha prima provato e poi guidato per la prima volta in un evento vero e proprio. In questo caso parliamo della Blancpain Endurance Series nel 2012, affiancato dall'amico di sempre Alessio "Uccio" Salucci, prima a Monza e poi al Nürburgring.

Successivamente, ecco la 488 GT3 che in tempi recenti ha condiviso con il fratello Luca Marini e il solito "Uccio", gareggiando alla 12 Ore del Golfo per due volte. L'equipaggio - sempre seguito dal team Kessel Racing - nel 2019 ha vinto ad Abi Dhabi la Classe Pro-Am, mentre nell'edizione del 2020 (posticipata e spostata in Bahrain) ha raggiunto il terzo gradino del podio della medesima categoria con buoni spunti.

Da qui Rossi punta a ripartire, ma non basteranno solamente due uscite in gara e qualche test per essere pronti ad affrontare quello che non può essere solamente un passatempo.

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi, Alessio Salucci, Luca Marini

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi, Alessio Salucci, Luca Marini

Photo by: Camilss

Come voltare pagina

Prima di tutto va detto che Valentino ha il 'difetto' di non saper stare fermo. E' una battuta che vuole essere un complimento, chiaramente, anche perché per uno che gira i circuiti di tutto il mondo fin da quando era un bambino sarebbe durissima infilarsi le pantofole e stare davanti alla TV a vedere gli ex-colleghi sgomitare e sportellarsi.

E' giusto e comprensibilissimo che Rossi voglia affrontare nuove sfide, alle quali nella sua carriera non si è mai sottratto (Yamaha, Ducati e ritorno ai Tre Diapason sono esempi eclatanti) per... deformazione professionale.

Quello che ha detto di voler fare, nella conferenza stampa di addio alla MotoGP, è cominciare un cammino nel mondo del GT, ma non solo per partecipare, bensì per puntare ad essere competitivo. E qui viene il difficile.

A 42 anni non è certo semplice voltare pagina, ma l'esperienza accumulata in vari campi può e deve essere sfruttata. Quello che non deve mancare è l'umiltà e l'intelligenza, cercando di capire che le cose non arrivano al primo colpo anche se hai del talento, e soprattutto che bisogna circondarsi delle persone giuste che ti aiutino nel modo corretto. I 'Virgilio' che accompagnino 'Dante' fra le impervie strade dell'Inferno.

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi

Photo by: Valentino Rossi

Si sfoglia la margherita

Spenti i microfoni della conferenza stampa sono cominciate a volare parole e sparate sul futuro di Rossi nel mondo delle Sportscar, paventando l'ipotesi di una sua partecipazione già nel 2022 al FIA World Endurance Championship nella Classe LMGTE Am.

Scelta che, se fosse vera, rischierebbe seriamente di rivelarsi un pericolosissimo boomerang. E' vero che un uomo del calibro di Valentino ha bisogno di un panorama internazionale per continuare ad essere tale e in auge, specialmente per ciò che chiedono gli sponsor.

E' vero anche che ogni casa si costruisce dalle fondamenta e un "Dottore" formato GT avrebbe certamente bisogno di farsi le cosiddette ossa partendo da una serie competitiva, ma basica come potrebbe essere il GT Italiano o una qualsiasi serie nazionale che utilizza questi mezzi.

Diciamo subito che è praticamente impossibile che ciò avvenga, proprio per i motivi di visibilità spiegati sopra, dunque per lui la scelta sicuramente meno rischiosa e certamente più adatta potrebbe essere un GT World Challenge.

Chi sta vicino a Valentino dovrebbe fargli capire che la prima cosa importante per una competizione come questa - oltre alla scelta della vettura e del team che può seguirti - è avere a fianco qualcuno che abbia esperienza. Nel GTWC le Classi Silver Cup e Pro-Am sono destinate proprio ai piloti (più o meno giovani) che debbono fare un percorso di crescita e che per l'appunto hanno come compagno di equipaggio uno più esperto che possa dargli le giuste 'dritte'.

Senza voler mancare di rispetto a nessuno, se Rossi scegliesse di correre affiancato ancora una volta da "Uccio" Salucci - per quanto possa essere bella una storia di amicizia solida e duratura - la figuraccia per entrambi sarebbe all'orizzonte, proprio per la mancanza di esperienza di entrambi i corridori in questo campo.

Dato ormai per scontato che il nostro eroe amerebbe salire sulla 488, anche tuffarsi nel Mondiale Endurance con una GTE lo porrebbe sul filo del rasoio, dato che è un campionato dove in tutte le categorie la battaglia è serratissima, specialmente quella Am.

Non che nel GTWC tutto ciò non sia di attualità, anzi, ma iscrivendosi ad una serie lievemente inferiore e pur sempre competitiva ti può dare quei riferimenti e possibilità di capire come ci si deve comportare.

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi, Alessio Salucci, Luca Marini

#46 Kessel Racing Monster VR46, Ferrari 488 GT3: Valentino Rossi, Alessio Salucci, Luca Marini

Photo by: Camilss

Cervello fino

A questo punto la decisione più intelligente per Valentino sarebbe quella di contattare la Ferrari e cominciare a stilare un programma con uno dei suoi team di riferimento. E' qui che deve essere astuto, come più volte ha dimostrato nella sua carriera e in varie occasioni.

La mossa più ovvia sarebbe anche quella migliore, ossia trovare una sistemazione in una squadra che lo possa sostenere in tutto e per tutto (fra quelle legate al Cavallino ci sono AF Corse, Iron Lynx, Kessel Racing e Rinaldi Racing, per dirne solo alcune) in un GTWC dove muovere i primi passi e confrontarsi con gente di livello elevato.

Ma specialmente individuare un compagno di squadra che abbia le qualità e le capacità (oltre ad una certa dose di coraggio per rapportarsi con un 'mostro' del motorsport come Rossi) per dire cosa e come fare le cose ad un pilota 'esordiente', ma con le possibilità di crescere velocemente.

Il Cavallino in questo campo ha una marea di piloti GT 'pronti all'uso' per queste necessità. Citiamo i vari Giancarlo Fisichella, Andrea Bertolini, Davide Rigon e Toni Vilander fra i tanti che sono impiegati come sorta di 'tutor' dei più giovani e degli Am con licenza Bronze.

A questo aggiungiamo anche che Valentino sarebbe appunto un Bronze di lusso, ma che non deve avere pretese di diventare una delle punte GT sulle Rosse. L'ultima 24 Ore di Le Mans ci ha mostrato e confermato che fra i ragazzi seguiti dalla Ferrari ce ne sono alcuni meritevoli di un posto, come reale futuro su cui puntare.

La vittoria in LMGTE Pro di Côme Ledogar (con due 'mostri' come Alessandro Pier Guidi e James Calado) e l'affermazione in LMGTE Am di Alessio Rovera e Nicklas Nielsen (con François Perrodo), oltre al podio in quest'ultima categoria centrato dall'esordiente Callum Ilott, confermano che a Maranello hanno già parecchia carne sul fuoco da servire in tavola quando arriverà la nuova Hypercar nel 2023.

Per Valentino Rossi si possono, per così dire, liberare dei posti sulle GT, ricordando che proprio il FIA WEC dal 2024 porrà fine alla Classe per le GTE aprendo alle GT3. Ma prima va fatto un percorso preparatorio privo di ogni pretesa. Nei prossimi mesi ne sapremo sicuramente di più, definiti ruoli e desideri di tutte le parti in causa.

E vedremo cosa l'uomo di Tavullia vorrà fare da grande nel GT. Perché se il mondo delle moto non garantisce molti sbocchi professionali al di fuori della MotoGP (Superbike e MotoCross sono le principali, di resto a livello internazionale c'è veramente poco), le possibilità fra le macchine sono numericamente più ampie (GT, prototipi, turismo e rally, ad esempio), dunque il celebre #46 può diventare Grande anche qui. Deve però sapere che i semi vanno piantati nel terreno e coltivati con pazienza e testa.

Valentino Rossi prova la Ferrari 488 GT3 Kessel Racing

Valentino Rossi prova la Ferrari 488 GT3 Kessel Racing

Photo by: Camilss

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