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Rossi: "La rottura del Mugello pesa, ma poi non siamo migliorati"

Con il Mondiale ormai chiuso, alla vigilia del weekend di Phillip Island Valentino ha iniziato ad analizzare la sua stagione e ritiene che il problema più grande sia la mancanza di un passo avanti della sua Yamaha nel corso del campionato.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Polesitter Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Polesitter Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, third place Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il poleman Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

La caduta di Motegi si è portato via le ultime (comunque poche) speranze di Valentino Rossi di battagliare per il titolo iridato della MotoGP. Anche se ci sono ancora tre gare da affrontare in questo 2016, il "Dottore" ha iniziato a tracciare un bilancio della stagione.

Durante l'incontro con la stampa di oggi, al pesarese è stato chiesto se ritiene che la rottura del Mugello abbia avuto un peso importante sul fatto che da lì in avanti la M1 abbia vinto solo un'altra volta a Barcellona. Un'analisi che Rossi ha in parte condiviso, ribadendo però che il problema più grosso sono stati mancati progressi della sua moto a stagione in corso.

"E' un insieme di cose, ma quello che è successo al Mugello è solo una di quelle. Lì per lì non è sembrato tanto, ma poi durante la stagione non siamo più riusciti ad avere le stesse performance. I due motori rotti del Mugello non sono stati una cosa positiva per il nostro team, però è molto importante anche quello che è successo dopo" ha detto il 9 volte iridato.

E poi ha proseguito: "L'anno scorso la Yamaha ha portato un telaio nuovo dopo 7-8 gare, che è stato veramente un passo in avanti e siamo riusciti ad essere molto veloci. Anche nel 2014 la moto è migliorata tanto durante l'anno. Più che la rottura del Mugello, il problema è non essere riusciti a migliorare nell'arco della stagione. Dall'altra parte invece la Honda, ma anche la Suzuki, sono migliorate".

Non poteva mancare poi un ritorno sulla caduta di domenica scorsa in Giappone. A caldo il campione di Tavullia non era riuscito a dare una spiegazione all'accaduto, ma il problema più grosso è che anche analizzando i dati non è riuscito a trovare nulla di anomalo nel modo in cui ha affrontato la curva 10 di Motegi.

"Se avessi fatto un chiaro errore, mi sarebbe dispiaciuto di più. Ma forse è peggio in generale, perché non è successo niente. Ho frenato nello stesso punto e dai dati non si vede la posizione in pista. Riguardandolo dalla televisione, probabilmente sono un pochino largo. In quella curva ci sono sempre delle piccole differenze, ma in teoria non si dovrebbe cadere. Io sono sempre del pensiero che quando un pilota cade, sbaglia, perché altrimenti non cadrebbe" ha spiegato.

Quando poi gli è stato chiesto di fare un raffronto, ad esempio, con la scivolata di Assen, ha aggiunto: "La caduta di Assen è molto chiara, perché nella prima parte della gara avevamo usato la posteriore hard, che aveva poco grip sul lato sinistro, mentre nella seconda parte abbiamo messo la soft. Si esce da una curva a sinistra ed io ho accelerato molto più forte, quindi sono arrivato alla curva dopo 4 km/h più veloce. Ho staccato più o meno uguale, ma era più veloce, quindi sono caduto. A Motegi invece non si vede niente di strano, anche perché i miei split erano uguali, ma è andata così".

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