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Rossi 2009: un'ottima annata

185 foto ripercorrono la stagione del nono mondiale

I numeri, date retta, stavolta non la dicono tutta. Se guardate il vantaggio – 45 punti – con cui Rossi ha vinto il titolo 2009, o magari anche il numero di vittorie parziali – 6 – potreste pensare che sia stata una stagione come le altre buone del “dottore”. Ma sbagliereste, e di grosso, e chiunque ha seguito con attenzione tutto il campionato ve lo confermerà. IL FILM DELLA STAGIONE Dopo la ormai tradizionale vittoria “posticipata” di Stoner in Qatar, l’accoppiata italo-australiana ha accusato le difficoltà che sappiamo, e con Pedrosa poco convincente, a dare vita alla lotta ai coltelli sono stati Rossi e Lorenzo. A Motegi, dopo aver sfiorato di nuovo la non disputa della gara causa acquazzone primaverile, Jorge ha infatti inflitto una lezione severissima a Valentino. Che a Jerez, però, ha stravinto, mentre Lorenzo ruzzolava per le vie di fuga, forse un po’ troppo carico. In Francia, sotto il diluvio, Rossi ha restituito il favore a Lorenzo, e anche in Italia, altra gara funestata dalla pioggia, il campione del mondo ha preso paga dal compagno di squadra. E’ stato qui che Valentino ha capito che, contro questo avversario, bisognava tirare fuori il coniglio dal cilindro. Ed è venuta fuori l’incredibile vittoria di Barcellona, dopo un duello in extremis che ha riconciliato un sonnecchiante pubblico di appassionati con la MotoGP. Era davvero da tempo che una gara non si chiudeva con un finale thrilling del genere. In Olanda Valentino replica, stavolta a distanza, in una gara che potrebbe essere il simbolo dell’intera stagione: Rossi gestisce faticosamente un vantaggio, costantemente insidiato da Lorenzo. Il fatto che i due siano in sella alla stessa moto, che Jorge si dimostri del tutto impermeabile ai colpi psicologici che Valentino cerca di infliggergli, ma soprattutto che non ci siano terzi incomodi a sparigliare le carte, significa che il duello si trascinerà fino alla fine. STESSO TRATTAMENTO A Laguna Seca Pedrosa azzecca la gara della stagione, e Rossi si limita a mettersi ancora una volta dietro il rivale, mentre due settimane dopo, al Sachsenring, la lotta fra i due è per la vittoria, con la volata al fotofinish che scatena qualche polemica sulla disparità di trattamento tecnico, poi volatilizzata come meritava per la sua inconsistenza. In Gran Bretagna, il campione del mondo rafforza la sua leadership ma perde la possibilità di “infierire” psicologicamente su Lorenzo scivolando a sua volta. Errore che non ripete a Brno, dopo la pausa estiva: Jorge, nel duello infuocato, sbaglia ancora una volta, e Rossi ride sotto i baffi, forte di 50 punti di vantaggio. Sembra fatta, ma a Indianapolis Lorenzo è di nuovo imprendibile, e Rossi sbaglia ancora. A Misano però stringe la morsa sul titolo: trionfa con un weekend perfetto, e se anche in Portogallo chiude staccato di un’eternità da Lorenzo, in Australia il vantaggio psicologico è suo, tanto che Jorge finisce fuori con un errore pazzesco in partenza, dopo essere apparso, per la prima volta, più nervoso del solito. In Malesia l’affaire titolo viene archiviato con superiorità, pur mancando una vittoria che gli avrebbe fatto molta gola – vedasi il tempone in prova – e anche a Valencia non riesce a chiudere la stagione con un acuto. 2009: STAGIONE IMPEGNATIVA... ...in cui ha dovuto scontrarsi con un pilota fortissimo, dotato della sua stessa moto, con regole del gioco che, piaccia o no, hanno ulteriormente compattato il gruppetto dei quattro fenomeni. Il futuro? Sarà ancora più duro, almeno nel 2011. Perché l’accoppiata Stoner/Ducati fa più paura che mai, Pedrosa è al momento della verità, ma soprattutto, in casa Yamaha, i due galletti devono entrambi dimostrare chi è il capo. E, al di là delle voci più o meno fantascientifiche su contatti e accordi di metà stagione, la realtà è semplice: a fine stagione, ad Iwata ne resterà soltanto uno. E A FINE 2010? Ritiro, pensione dorata, gare a quattro ruote? Difficilissimo da dire. Ipotesi spassionata? Dipende dal regolamento. Se il ritorno a 1000 sarà accompagnato da una riduzione dei “rider assist”, della stramaledetta elettronica – che tutti i piloti a parole disprezzano, ma a cui più di uno deve l’essere diventato uno sfidante per il campionato invece che un fenomeno di genio e sregolatezza – il sottoscritto è abbastanza sicuro che difficilmente Valentino riuscirà a resistere alla tentazione di continuare. Con che squadra? Beh, questo è facile. Con quella che gli avrà professato eterna fedeltà a fine 2010…

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