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Nakamoto duro: "Honda dietro al bando delle ali? Solo bugie!"

Il vice-presidente esecutivo della HRC risponde alla teoria secondo cui si è solo voluto togliere un vantaggio tecnico alla Ducati e rincara la dose accusando la Rossa di aver fatto ostruzionismo all'interno della MSMA.

Shuhei Nakamoto, vice-presidente Honda Racing Corporation

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Winglet Aprilia
Ducati winglets
Ken Kawauchi, Team Manager Suzuki Ecstar, Shuhei Nakamoto, Vice Presidente Esecutivo HRC, Kouichi Tsuji, General Manager Motorsports Development Division, Yamaha Motor, Gigi Dall'Igna, General Manager Ducati Team
Yamaha winglets
Suzuki winglets
Aprilia winglets
Gigi Dall'Igna, General Manager Ducati Team
Ducati winglets
Suzuki winglets
Ken Kawauchi, Team Suzuki MotoGP Technical Manager, Shuhei Nakamoto, vice-presidente Honda Racing Corporation, Kouichi Tsuji, General Manager Motorsports Development Division, Yamaha Motor, Gigi Dall'Igna, General Manager Ducati Team

Le alette ormai sono state bandite dalla MotoGP a partire dalla prossima stagione, ma a quanto pare continuano ad essere un tema di contesa tra le Case impegnate nella classe regina.

Su tutte, la Ducati si è sempre lamentata del fatto che si sia cercata una scusa legata ai costi ed alla pericolosità delle appendici aerodinamiche con il solo intento di toglierle un vantaggio che si era costruita con un duro lavoro di sviluppo. E Gigi Dall'Igna non ha mai nascosto che secondo lui fosse la Honda a guidare questo movimento.

Accuse che però Shuhei Nakamoto, vice-presidente operativo della HRC, ha rispedito al mittente in un'interessante intervista rilasciata a Sport Rider: "L'impressione è che le alette siano state bandite perché la Honda si è opposta ad esse, ma non è la verità. Se non ci saranno l'anno prossimo è per colpa di quello che cercava la Ducati".

Per apportare delle modifiche al regolamento ci vuole l'unanimità delle Case all'interno della MSMA, ma secondo Nakamoto c'è stato un certo ostruzionismo da parte della Ducati, che ha portato all'inevitabile scelta di FIM e Dorna di prendere in mano la situazione.

"La Ducati diceva no a tutto. Erano solo no, no e no. Tutti i costruttori giapponesi erano d'accordo e in alcuni aspetti anche l'Aprilia, ma la Ducati non voleva mai discutere la materia. O si faceva a modo loro o niente" ha spiegato Nakamoto.

Negli ultimi mesi il dibattito sulla pericolosità delle appendici aerodinamiche è stato molto acceso e tutte le Case hanno prodotto degli studi per valutarla. Il boss della HRC comunque ritengono che non potendo giungere ad una conclusione definitiva sia stato meglio il bando.

"L'instabilità delle alette è difficile da provare. Non è possibile dire se sono sicure o meno, ma se c'è un dubbio è meglio non aspettare che qualcuno si faccia male e poi lamentarsi".

Ecco poi un altro attacco deciso agli avversari italiani, questa volta senza se e senza ma: "Se non ci saranno le ali nel 2017 è a causa della Ducati. Hanno lasciato sottintendere che ci fosse la Honda dietro a questo divieto, che abbiamo guidato una campagna contro le alette per eliminare il presunto vantaggio aerodinamico della Ducati, ma è solo una bugia".

Infine, il giapponese ha risposto con decisione anche alle obiezioni secondo cui questo divieto è un passo indietro per quanto riguarda lo sviluppo delle moto stradali. Perché secondo lui lo è stato anche aumentare la capacità del serbatoio ed introdurre l'elettronica unica in MotoGP.

"Non è vero neanche quello che dicono riguardo ad una possibile pausa nello sviluppo delle moto stradali. O forse conoscete qualche Ducati stradale con le alette? Inoltre la Ducati era tra quelli che chiedevano il serbatoio di 22 litri e l'eletronica standard. Il consumo di carburante e la gestione elettronica invece sono aspetti che possono avere un impatto sulle moto dei consumatori!".

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