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Dall'Igna: "La carena? Abbiamo tecnici fantasiosi, dobbiamo sfruttarli!"

La Ducati non si nasconde e con l'arrivo di Jorge Lorenzo punta a togliersi delle soddisfazioni importanti. Ora c'è tutto per riuscirci secondo Dall'Igna, ma sarà fondamentale continuare la crescita iniziata dal suo arrivo a Borgo Panigale.

Team Ducati MotoGP 2017

Team Ducati MotoGP 2017

Franco Nugnes

Presentazione Ducati Team MotoGP 2017

Dal Ducati Auditorium di Bologna, la factory di Borgo Panigale comincia ufficialmente la stagione 2017. Ai piloti Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso spetta ora il compito di portare la Desmosedici al successo.

Team Ducati MotoGP 2017
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team e Andrea Dovizioso
Team Duacati MotoGP 2017
Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team, Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team, Jorge Lorenzo, Ducati Team
Presentazione Ducati 2017
Gigi Dall'Igna, Ducati Team General Manager
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17
Ducati Desmosedici GP17

Sempre realista, ma anche piuttosto pimpante e carico. E' questo il Gigi Dall'Igna che ci siamo trovati di fronte alla presentazione della nuova Ducati Desmosedici GP, quella con cui il nuovo arrivato Jorge Lorenzo sarà chiamato a provare a dare l'assalto a quel titolo iridato della MotoGP che a Borgo Panigale manca ormai dal 2007.

Ovviamente il Direttore Generale di Ducati Corse ha parlato dell'arrivo dello spagnolo e del lavoro che è stato fatto per dare vita alla sua nuova creatura. Ma chiaramente l'argomento su cui è stato stuzzicato di più sono stati l'abolizione delle alette e le contromosse che hanno preso a Borgo Panigale. Visto e considerato che durante la presentazione ha lasciato intendere che la veste aerodinamica che vedremo in Qatar potrebbe essere diversa da quella mostrata oggi.

"Quello che si può fare è cercare di trovare un compromesso senza ali, però sicuramente la moto senza ali sarà più veloce in rettilineo, ma meno performante rispetto a quella che invece le montava. Noi faremo complessivamente un passo indietro sia in termini di prestazioni che di sicurezza".

In una recente intervista hai detto che state leggendo attentamente il regolamento e che avete già individuato un paio di soluzioni per sopperire a questo problema...
"E' chiaro che la maggior performance si ha quando tu sei al limite del regolamento. Se questo dice che puoi avere un motore di 1000cc, non è che tu lo fai di 500cc, lo fai di 999,999cc, perché è così che ottieni la miglior prestazione possibile. Questo vale per il propulsore, ma vale anche per l'aerodinamica. Quindi è normale che ogni tecnico si metta al limite del regolamento, senza mai superarlo, perché è lì che si trova la prestazione. C'è una frase che è scritta in maniera particolare e va valutata, perché è una possibilità, anche se non è l'unica. In questo momento abbiamo delle idee, ma dobbiamo confermarle per capire se possono essere valide o meno".

Avete speso più ore in galleria del vento l'anno scorso per le ali o quest'anno per trovare una soluzione senza?
"La quantità di ore in galleria è invariata, però sicuramente abbiamo fatto più ragionamenti e più simulazioni da quando è stato chiaro che non sarebbe più stato possibile usare le ali rispetto a quello che abbiamo fatto in precedenza".

Si potrebbe anche dire che questa decisione ha gravato sui costi?
"Volendo la possiamo anche vedere così. Diciamo che sicuramente non è stato un risparmio e comunque resto fermamente convinto che la moto senza ali oltre ad essere meno performante è anche più pericolosa".

I piloti hanno detto che la moto è ancora molto esigente dal punto di vista fisico. E' uno degli aspetti su cui si dovrà andare un po' a limare nel test di Sepang?
"Diciamo che sicuramente è uno di quelli su cui stiamo lavorando. Abbiamo già qualche idea per cercare di fare meglio da quel punto di vista, ma chiaramente vanno confermate, perché finché restano sulla carta siamo tutti contenti poi invece a volte devono essere modificate o scartate. Per questo non vedo l'ora di andare a Sepang e di cominciare a lavorare".

Un anno fa avevate faticato nei test di Sepang, ma ora la sensazione è che la musica possa essere decisamente diversa...
"Nel weekend di gara (ad ottobre), la moto si era comportata piuttosto bene anche sull'asciutto. Quello che conta è sempre considerare che è un test. Non mi interessa quindi andare forte nei test di Sepang, mi interessa andar forte in Qatar in gara. Bisogna sfruttare ogni minuto in Malesia con questo ben in testa per riuscire a sviluppare bene la moto. Di cose da fare ne abbiamo tante e non vorrei lasciarne alcune da parte per cercare il tempo".

Ci pare di aver capito che questa non sia ancora la moto definitiva che vedremo in Qatar...
"No beh, questa è la moto. Diciamo che abbiamo ancora tante idee che dobbiamo sperimentare nel corso dei test e sulla base di questa sperimentazione nascerà la moto con cui inizieremo il Mondiale. Noi dobbiamo comunque omologare una carena in Qatar, ma non abbiamo le idee chiare, quindi abbiamo sicuramente del lavoro da fare per definire una carena diversa da questa. Noi abbiamo sicuramente tantissimi tecnici con tanta fantasia e tanta creatività, dobbiamo sfruttarli".

Nei test ufficiali vedremo delle carene diverse o le cose più particolari le provete in quelli privati con Pirro e Stoner?
"Non credo che vedrete nei test ufficiali delle carenature tanto diverse rispetto a queste che abbiamo presentato oggi. E' chiaro che le simulazioni non bastano mai. Sono fondamentali perché ti aiutano a comprendere i problemi, però è chiaro che bisogna sempre cercare una verifica in pista".

In Qatar siete sempre andati molto forti: è una delle occasioni migliori per attaccare la vittoria?
"Sicuramente è una pista che ci è sempre piaciuta. Nel 2015 abbiamo fatto secondo e terzo, mentre l'anno scorso abbiamo fatto secondo ed avremmo potuto vincere. Ai nostri piloti piace, ma è solo la prima gara. Se non vinciamo in Qatar non succede niente, quello che ci interessa è arrivare il più avanti possibile alla fine dell'anno. La moto sicuramente avrà delle evoluzioni nel corso dell'anno, bisognerà tenerne conto e dovremo essere lucidi perché il campionato del mondo è una guerra che si combatte con 18 battaglie: sono tutte importanti, ma nessuna è decisiva".

Lorenzo ha descritto la Ducati con tre parole: magia, fantastia, metodo. Tu hai tre parole per descrivere Jorge?
"La fantasia è la qualità che un tecnico deve assolutamente avere per fare questo lavoro e credo che in Ducati ne abbiamo tanti che hanno questa qualità. Lui invece secondo me è un concentrato di precisione".

Quanto è cambiato Lorenzo rispetto all'ultima volta che avete lavorato insieme 10 anni fa?
"Secondo me è rimasto molto simile a com'era. E' chiaro che ancora non abbiamo avuto modo di approfondire il rapporto dopo la prima uscita, che naturalmente è stata un pochino strana. Poi tutto è stato più facile perché lui è sceso dalla moto con il sorriso e l'ho visto più tranquillo. Ora bisognerà vedere quando arriveranno le difficoltà, le criticità ed i problemi, perché in una stagione tutti hanno dei momenti difficile da superare. Aspetto che arrivi uno di questi momenti per fare un bilancio complessivo. Dovremo essere bravi a cercare di gestire al meglio questi momenti, perché arrivano per tutti".

Pensi che questo possa essere l'anno più importante della tua carriera?
"Ogni anno è sempre importante. Quando sono arrivato in Ducati, o facevo qualcosa oppure rischiavo molto. E' stato importante anche il secondo anno, quando ho presentato la GP15. Noi in questi anni abbiamo cercato di portare un mattoncino ogni anno della struttura che ci farà arrivare a lottare per il Mondiale. Ora che ci siamo vicini, diventa fondamentale fare il resto. Ma non direi che questo debba essere l'anno più importante per me in Ducati".

Com'è il bilancio di questa esperienza in Ducati fino ad ora?
"Sono estremamente contento. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma devo dire che tanto lavoro è già stato fatto ed è stato molto produttivo, oltre ad avermi riempito d'orgoglio in certi casi. Sono molto contento di essere in Ducati".

Le vittorie dell'anno scorso che sapore hanno avuto?
"Era un po' che non vincevo e vincere è il motivo per cui uno fa questo lavoro. Se mi rendessi conto di non poter più vincere, credo che smetterei di farlo. Quando vinci è come quando ti nasce un figlio, sono sensazioni che fai fatica a spiegare. Il senso di benessere che provi è una cosa indescrivibile".

Quali sono gli aspetti su cui avete lavorato di più quando avete concepito questa moto?
"E' chiaro che noi abbiamo cercato di lavorare di più su quelli che erano i limiti che i nostri piloti ci avevano sottolineato, quindi sul centro curva e sulla prima fase di apertura del gas. Questi sono due aspetti su cui ci siamo concentrati in particolar modo, ma è chiaro che se tu non preservi i tuoi vantaggi, rischiano di non essere più i tuoi punti di forza. Ed una moto senza punti di forza non sarà in grado di vincere".

Hai detto che bisogna lavorare anche sui punti di forza. Uno dei vostri è sicuramente il motore: dobbiamo aspettarcene uno ancora più potente?
"Questo fa parte della normale attività di un reparto corse, bisogna sempre cercare l'eccellenza".

Ma non c'è magari il rischio di andare a compromettere la ciclistica cercando troppa potenza?
"Va trovato un compromesso giusto. Ma come ha detto anche Jorge durante la presentazione, quando è salito sulla moto pensava di trovare una moto molto nervosa, ma la Desmosedici non ha questo problema pur avento tanta potenza".

Il lavoro di Stoner sarà lo stesso che ha fatto l'anno scorso o sarà diverso?
"Sarà lo stesso e devo dire che sono molto contento di quello che ha fatto l'anno scorso".

Come mai non ha voluto fare da "coach" a Lorenzo?
"Non è questione che non ha voluto è che lui abita in Australia, che non è una questione banale".

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