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Intervista

Marini: "Arrivare a giocarmi il 'Rookie of the Year' è stato incredibile!"

In questa intervista concessa a Motorsport.com, il pilota del Forward Racing ha raccontato la sua prima stagione in Moto2, ma anche il rapporto con il fratello Valentino Rossi e con i colleghi nel paddock.

Luca Marini, Forward Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Team
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Forward Racing con una livrea speciale per il Mugello
Luca Marini, Forward Racing
Luca Marini, Athina Forward Racing, Kalex
Luca Marini, Forward Racing

La stagione 2016 è stata quella del debutto a tempo pieno nel Mondiale per Luca Marini. La sua statura gli ha imposto di fare presto il salto verso la Moto2, perché era troppo "lungo" per la Moto3, ma il pilota del Forward Racing è riuscito a stupire in qualche occasione, specialmente sul bagnato. E alla fine dell'anno è arrivato vicinissimo alla conquista del titolo di "Rookie of the year", mancato per appena 3 punti a favore di Xavi Vierge, dopo essersi presentato all'ultima tappa di Valencia con una lunghezza di vantaggio.

Per il fratello minore di Valentino Rossi però già solo essersi riuscito a giocare questa chance fino all'ultima gara è stato andare oltre alle sue speranze. Lui stesso ce lo ha raccontato in quest'intervista concessa a Motorsport.com, nella quale ha analizzato tutta la sua stagione e parlato anche del rapporto con il fratello maggiore e con i colleghi nel paddock.

Qual è il bilancio della tua stagione da rookie? Ti aspettavi di più o sei andato oltre le aspettative?
"Il bilancio è assolutamente positivo, perché sono migliorato tantissimo dall'inizio dell'anno, sia come pilota che come persona. Sinceramente ritrovarmi a Valencia a lottare per il 'Rookie of the Year' è davvero incredibile, perché all'inizio dell'anno non ci pensavo proprio a questo obiettivo. Mi dispiace un po' non averci pensato dall'inizio, perché probabilmente in alcune gare ho esagerato quando potevo raccogliere punti importanti e con qualche errore in meno sarei arrivato in Spagna con più punti di vantaggio. Però all'inizio dell'anno non pensavo di riuscire a lottare con gente come Oliveira, che l'anno scorso è andato fortissimo in Moto3 ed ha vinto un sacco di gare. Lui doveva conoscere solo la moto, ma è andato fortissimo fin dalla prima gara, quindi è incredibile per me. Ma lo stesso Vierge, che aveva fatto metà campionato l'anno scorso e nel 2016 ha fatto la differenza sulle piste che già conosceva, compensando una prima parte di stagione difficile. Ci sono anche altri piloti come Edgar Pons, che l'anno scorso mi batteva sempre al CEV. All'inizio ha avuto dei problemi fisici, ma riuscire a stargli davanti su quasi tutte le piste è stato molto bello. Arrivare a lottare con loro all'ultima gara per me è stato molto importante".

Hai dimostrato di andare molto forte sul bagnato, chiudendo sesto al Sachsenring (miglior risultato stagionale). Ti trovi particolarmente bene in queste condizioni?
"Diciamo che sul bagnato ho ottenuto dei risultati molto buoni, ma non ho mai dato il 100%, perché volevo sempre arrivare in fondo, perché era il mio primo anno. Per esempio, al Sachsenring, ero quarto ma ad un certo punto ho iniziato a pensare che la cosa più importante era portare la gara in fondo. Magari spingendo di più avrei finito quarto o anche terzo, ma era troppo importante finirla. Lo stesso discorso vale anche in Malesia, dove ho fatto anche il giro veloce all'ultimo giro, ma pure lì non sono riuscito a dare il 100%. A Brno volevo provare a spingere per vedere cosa succedeva, poi ho capito che non era il caso, ma appena ho provato a rallentare un attimo sono scivolato, quindi era meglio se avessi spinto (ride). Mi piacerebbe mettermi alla prova, dando il 100% anche sul bagnato, perché credo che potrei fare anche qualche risultato interessante. La cosa più importante però è andare forte sull'asciutto, perché la maggior parte delle gare si disputa in quelle condizioni".

Il rammarico più grande forse può essere l'occasione sprecata al Mugello, neanche per colpa tua (scattava decimo, ma è stato tirato giù quasi subito da Alex Marquez)...
"Penso che sia stato il weekend più bello, se non guardiamo alla gara. Ho fatto dei tempi incredibili da subito, ma proprio il gusto di guidare una moto al Mugello mi ha dato delle emozioni che non ho riprovato da nessun'altra parte. Un po' perché è la pista più bella del mondo secondo me ed un po' perché eravamo davvero a posto sia a livello di setting, che fisico e mentale. In qualifica ho addirittura rischiato di fare la pole position, perché ho fatto il miglior ideal time. Questo è un risultato incredibile, perché non avevo mai girato al Mugello con una Moto2. Sicuramente è stata un'occasione sprecata sull'asciutto, ma ce ne sono state altre sprecate a causa mia e forse era più importante portare a casa quelle".

In cosa ti senti di dover crescere l'anno prossimo per fare un salto di qualità?
"All'inizio dell'anno non ero molto costante, quindi ho cercato di lavorare su questo aspetto nella seconda parte del campionato e penso di essere riuscito a trovare un miglioramento, perché ho ottenuto risultati migliori per più gare consecutive. Però credo che l'esperienza che hanno gli altri piloti abbia fatto un po' la differenza quest'anno, penso più per il rapporto che hanno con la moto che altro. Quando vedo davanti a me gente come Zarco, Luthi, Baldassarri e Morbidelli, hanno un feeling con la moto che è veramente incredibile. Tutti loro hanno trovato una linea generale da tenere per tutte le gare. A qualcuno piace la moto un po' più morbida, ad altri un po' più dura, ma sanno che in quelle condizioni riescono a dare il 100%. Io invece non ho ancora trovato il piano perfetto per iniziare il weekend, quindi sono sempre stato un po' in ritardo. Il prossimo anno però avrò già un po' più di esperienza con questa moto, con questo team e credo che sarà davvero importante".

Valentino è riuscito a darti una mano in questa stagione o comunque è troppo impegnato con il lavoro in MotoGP?
"Vale è sempre molto impegnato, come è giusto che sia, perché comunque ha lottato per il campionato anche quest'anno, quindi sicuramente le energie fisiche e mentali le deve dedicare principalmente a quello. Però non solo a me, ma anche a tutti gli altri ragazzi della Academy, ha dato una grande mano. Quando abbiamo bisogno di qualcosa andiamo da lui ed è sempre il primo a darci dei consigli per fare in modo che possiamo dare il 100%. Mi ha aiutato sicuramente tanto, soprattutto quando incontravo le piste nuove, raccontandomi qualche segreto: dalle buche, alla pendenze delle curve o ai punti in cui è meglio passare. Sono sicuro però che mi aiuterà molto anche l'anno prossimo, perché il processo di crescita non finisce mai".

E con Baldassarri come ti sei trovato in questa stagione? E' importante visto che l'anno prossimo sarete ancora compagni al Forward Racing...
"A me piacerebbe molto riuscire a collaborare con 'Balda', perché vorrebbe dire che sono arrivato più o meno al suo livello e che posso dargli una mano anche io. Lui il prossimo anno dovrà lottare per il campionato, quindi io sarei contento di potergli dare una mano e credo anche lui di poterla dare a me. Quello che penso, ma che vedo sempre più difficile, è che a me piacrebbe rimanere sempre amici. Non solo come compagni di squadra, ma anche con gli altri piloti che si conoscono. Però vedo che più si va avanti con il tempo, più si diventa competitivi e più diventa difficile rimanere amici. Quindi se un giorno ci dovessimo ritrovare io e 'Balda' a lottare per il titolo, magari non saremo più amici. E a me dispiacerebbe. Non dico solo con lui, ma con tutti quelli che ritengo amici. Io sono uno che cerca sempre di salutare tutti nel paddock, ma vedo che altri invece fanno più fatica. Più si va avanti con gli anni e più ognuno va per la sua strada. Io non sono uno così, ma forse toccherà diventarlo per andare forte. Ed è un peccato perché da quello che mi raccontano invece c'era un ambiente più scherzoso e leggero qui fino a qualche anno fa".

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