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Vettel difende Arrivabene: "Tutti dobbiamo aiutare Maurizio”

Dopo che Ecclestone ha consigliato di mettere un consulente accanto ad Arrivabene, la Ferrari non ha voluto commentare, ma Sebastian Vettel ha preso le difese pubbliche del team principal. Il tedesco vuole tornare sul podio dopo 10 GP.

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari
(Da sx a dx): Sebastian Vettel, Ferrari con Bernie Ecclestone
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari

La giornata che ha preceduto l’inizio delle attività sul circuito di città del Messico è stata animata dalle dichiarazioni di Bernie Ecclestone. Mr.E, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha consigliato alla Ferrari di valutare l’idea di avvalersi di un consulente che aiuti Maurizio Arrivabene alla guida della squadra. Frecciata o consiglio? Dal box del Cavallino non ci sono state repliche.

I rapporti tra Arrivabene ed Ecclestone sono buoni, e c’è chi ha visto nelle parole del prossimo ottantaseienne patron (o ex patron) della Formula 1, un suggerimento mirato ad impostare una struttura stile Mercedes e Red Bull, dove al vertice delle squadre c’è un tandem: Marko-Horner per la Red Bull, Wolff-Lauda nel caso Mercedes.

A difesa del team principal della Scuderia è sceso in campo Vettel: “Maurizio ha una grande responsabilità, ed è il primo a spingere tutti nella squadra. Siamo in tanti in squadra, e tutti dobbiamo aiutare Maurizio”.

Da domani la parola passa alla pista, e in casa Ferrari c’è ormai voglia di guardare oltre. Da una parte la speranza che si presenti l’occasione per tornare su quel podio che manca da Monza, dall’altra la possibilità di utilizzare le ultime tre gare della stagione come banco prova per ricavare dati in vista del prossimo anno.

Nelle prove libere ci saranno delle novità in questo senso, ma in Ferrari non hanno fornito altri dettagli in merito. Ma c’è anche un weekend di gara, per di più su una pista che lo scorso anno non si sposò al meglio con la SF15-T, con la Scuderia che lasciò il Messico registrando un doppio ritiro che non si verificava da nove anni.

“L'anno scorso il fine settimana è stato abbastanza difficile – ha spiegato Kimi Raikkonen - in parte perché il circuito era nuovo e con poco grip. Poi in gara abbiamo commesso degli errori (Kimi si toccò con Bottas) che non ci hanno consentito di vedere la bandiera a scacchi. Ricordo che era stato abbastanza difficile quando abbiamo iniziato le prime prove, perché l’asfalto era molto scivoloso, ma non sappiamo ancora quali saranno le condizioni della pista domani. E’ difficile oggi dire come comporteremo nel confronto con le altre squadre”.

Gara, quella 2015, che ricorda anche Vettel, uscito di pista di 50 giri:
“Avevamo un buon passo, ma io non ho di certo fatto la mia migliore corsa visto che sono finito fuori pista”.

Vettel, anche se non lo dice chiaramente, è a caccia di una zampata. L’aver ottenuto un solo podio nelle ultime dieci gare, ha riportato le sue statistiche ai tempi della Toro Rosso. Dopo il successo di Monza 2008, non aveva mai più ottenuto frequentazione così poco assidua del podio.
“Non è un periodo favorevole – ha spiegato Vettel – ad Austin non siamo stati competitivi ma a Suzuka se fossimo partiti dalle posizioni ottenute in qualifica (la Ferrari in Giappone ha scontato penalità con entrambi i piloti) credo che il podio fosse alla nostra portata. Sappiamo che monoposto abbiamo a disposizione, ma dobbiamo comunque lottare per il podio. Su questa pista non ci sono poi tanti riferimenti, quindi vedremo domani quali saranno i primi riscontri”.

Guarda Inside GP del GP del Messico:

 

 

 

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