Max Mosley rispedisce al mittente le accuse di
Flavio Briatore riguardo alla sentenza del Consiglio Mondiale della FIA che lo ha bandito per sempre dal mondo della Formula 1. Secondo il manager cuneese, questa sarebbe stata
decisa ancora prima dell'udienza, per mettere in atto la vendetta dell'ex presidente della Federazione, adirato per l'attacco frontale ricevuto dalla Fota, ed in particolare da Briatore, sui nuovi regolamenti.
Per Mosley però queste sono tutte congetture infondate ed infatti ha divulgato un comunicato stampa, nel quale sottolinea l'
equità del verdetto contro l'ex team principal della Renault: "Briatore è l'ultima persona che dovrebbe lamentarsi di non essere stata trattata equamente della FIA, perché gli abbiamo dato ripetutamente il beneficio del dubbio".
E per essere preciso l'ex presidente ha fatto anche l'elenco di tutte le situazioni contestate a Flavio: "Questo è successo quando è stato trovato un
software proibito su una delle sue vetture, quando la sua squadra aveva modificato in maniera
irregolare il sistema di rifornimento, o ancora quando sulle sue monoposto erano montati dei
componenti non conformi al regolamento per quanto riguarda le sospensioni. Infine anche quando abbiamo scoperto che il suo team aveva ottenuto informazioni in maniera illegale da uno concorrente".
Ecco poi la risposta precisa alle accuse di Briatore: "Una volta che la FIA ha avuto la conferma di Nelsinho Piquet che l'incidente gli era stato ordinato, era inevitabile che partisse un'azione da parte dei suoi legali. L'indagine, come del resto anche quella interna effettuata dalla Renault, ha concluso che l'
ordine era partito da Briatore e quindi l'idea che tutto questo è stato creato per vendetta è assolutamente insostenibile. Gli estratti della sua presentazione fatta alla Corte, che ha fornito al The Guardian, sono solo serviti a distogliere l'attenzione da quello che è stato il suo ruolo in
una delle più grandi truffe della storia dell'automobilismo".
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