Mercedes: lo start sbagliato forse non è stato colpa di Hamilton
Paddy Lowe, responsabile tecnico della Mercedes, ammette che il via lento di Lewis possa avere una serie di concause anche tecniche. Wolff: "Le simulazioni di partenza del sabato non erano state buone. E temevamo lo start del Gp"
Foto di: XPB Images
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Lewis Hamilton ha letteralmente toppato la partenze del Gp d’Australia. L’inglese ha vanificato l’eccellente lavoro svolto nelle prove e nelle qualifiche quando è risultato nettamente il più veloce. E, invece, pochi metri dopo il via aveva già capito di aver perso il controllo della corsa.
Le due Ferrari sono partite a elastico, seguite da Nico Rosberg che alla prima curva ha chiuso Lewis (restituendogli ciò che il tedesco aveva subito ad Austin) e così ne hanno approfittato anche Verstappen (Toro Rosso) e Massa (Williams).
La domanda è una sola: Hamilton ha sbagliato la partenza al primo Gp in cui la FIA ha imposto la partenza con un solo paddle della frizione, restituendo alla manualità del pilota la sensibilità nella fase di stacco?
"Non c'è stato un singolo problema - ammetto Paddy Lowe a Motorsport.com – credo che ci siano state una serie di concause che possono spiegare la partenza deludente. Bisogna dire che il cambiamento del regolamento, o la sua nuova interpretazione, ha avuto l’effetto di rendere più variabile la partenza del Gp”.
Toto Wolff, team principal Mercedes, offre dei numeri: "Dalle nostre rilevazioni di telemetria risulta che Lewis ha perso un paio di metri su Nico dopo 100 metri". Lo stacco dell’inglese, quindi, è stato più lento del compagno di squadra, ma non disastroso come è sembrato alla prima curva.
"Non siamo ancora sicuri se c’è stato un problema di software o di hardware o una reazione lenta del pilota – prosegue Wolff -, non ci resta che andare ad analizzare tutti i dati. Un fatto è sicuro: sabato le nostre prove di partenza non erano risultate buone. Quindi avevamo il dubbio che si potesse avere qualche problema al via della gara”.
Anche il divieto delle comunicazioni radio può avere avuto un ruolo…
"Non c’è dubbio, in passato se i tecnici notavano una brutta partenza nel giro di formazione della griglia, era possibile misurare lo slittamento delle ruote, dando delle disposizioni al pilota per evitarlo allo start. Ora non è più possibile”.
Nico Rosberg sostiene di aver effettuato una partenza regolare sul lato della pista più sporco, ma anche il tedesco, proprio come Lewis, è stato infilato in modo perentorio sia da Sebastian Vettel che da Kimi Raikkonen.
È lecito chiedersi, quindi, se la Ferrari ha sviluppato una procedura più efficace della Mercedes, che ha interpretato meglio la regola che impone l’uso di un solo paddle al via. Sotto, nel disegno di Giorgio Piola il nuovo volante della SF16-H con in primo piano in bilanciere della frizione che ha permesso uno scatto perfetto a Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen.
A rendere ancora più interessante questo tema tecnico è stata anche la dichiarazione post-gara di Maurizio Arrivabene:
“Noi abbiamo un problema sul giro veloce, ma magari altri lo hanno nelle fasi di partenza. Al momento non è la performance in qualifica che mi preoccupa maggiormente, perché quei metri tra la prima e la seconda fila non sono un priorità, ma lo diventano quando in gara non sei a posto”.
Dopo la corsa di Melbourne nel paddock c’è chi ha ipotizzato che nel box del Cavallino abbiano tenuto il freno un po’ tirato in qualifica (ovvero la scelta di non utilizzare il secondo set di gomme supersoft nuove che avevano a disposizione), proprio perché consci del vantaggio in partenza. Un dato in più che anima già l’attesa verso la prossima tappa di Al Sakhir...
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