Le F.1 ibride troveranno clienti facoltosi in grado di guidarle?
La generazione delle Formula 1 ibride sta rendendo più difficile la guida ai collezionisti clienti. Senza il supporto del team è impossibile gestire in pista le moderne monoposto. Ora solo la Ferrari è in grado di offrire un servizio chiavi in mano?
Foto di: XPB Images
La Ferrari 642 guidata da Alain Prost e Jean Alesi nel 1991 verrà messa all’asta con offerta segreta. Secondo le quotazioni di Bonhams si tratta di una monoposto che potrebbe essere battuta ad una cifra che potrebbe arrivare fino a 600 mila euro.
La Rossa che fa parte di una collezione privata verrà aggiudicata il 27 settembre: questa Ferrari aveva disputato solo sei GP conseguendo un secondo posto con Alain Prost a Phoenix e un terzo con Jean Alesi a Monaco prima di essere sostituita dalla 643.
È interessante notare come il fenomeno delle monoposto storiche sia in grande espansione: gli appassionati più facoltosi stanno scegliendo le macchine da corsa non solo per soddisfare la propria passione, ritenendo l’acquisto anche un buon investimento. In particolare la Ferrari ha allestito un vero e proprio reparto corse che si chiama“Reparto F1 Clienti”, creato nel 2003 all’interno di “Ferrari Corse Clienti” e che ha sede accanto alla pista di Fiorano.
Si tratta di una struttura che offre l’assistenza ai clienti che partecipano agli eventi promossi dal Cavallino (il prossimo sarà al Ferrari Racing Days in programma a Hockenheim il 17 e 18 settembre), ma che si occupa del restauro delle Formula 1 dal 1970 a quelle di due anni fa, perché ogni vettura viene ceduta solo dopo un embargo di due anni a partire dall’ultima stagione ufficiale alla quale ha preso parte.
L’attenzione è particolarmente rivolta alle monoposto meno recenti perché erano più facili da gestire ai box e più “semplici” da guidare in pista. Con la sofisticazione dell’elettronica, infatti, ogni vettura deve essere seguita da un personale sempre più specializzato.
Il problema si sta radicalizzando con le più moderne monoposto ibride. La semplice messa in moto della power unit è un esercizio che richiede una lunga procedura che può essere eseguita solo da meccanici che conoscono le caratteristiche della macchina alla perfezione. Se un qualche anno fa bastava un avviatore per permettere a un proprietario di girare in pista, oggi non è più così.
E la complicazione delle F.1 più recenti si riverbera anche nel “mercato” delle storiche: sono macchine che raggiungono subito quotazioni importanti fra i collezionisti, ma sono vetture che hanno perso molto appeal fra i clienti vogliosi di guidare i propri gioielli perché, come abbiamo potuto scoprire in questa stagione con Nico Rosberg, basta sbagliare un settaggio di un manettino sul volante-computer per ritrovarsi con la power unit in stallo.
Insomma l’eccessiva sofisticazione delle Formula 1 dell’era ibrida rischia di intaccare un mercato d’elite. A Maranello, ovviamente, non si sono persi d’animo e stanno allestendo dei corsi personalizzati per mettere i loro clienti nella condizione di fruire al meglio delle monoposto quando si esibiscono in pista.
Appare evidente, quindi, che si tratta di un segmento di mercato che legherà sempre di più i facoltosi proprietari al marchio del Cavallino. Ma quante sono le squadre di Formula 1 che sono in grado di fornire un servizio “chiavi in mano” nell’attuale paddock?
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