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La Ferrari è malata: come si cura la febbre del sabato sera?

L'incapacità di sfruttare in Q3 il potenziale della SF16-H porta Vettel a scattare troppo indietro per sfidare Mercedes e Red Bull. La Ferrari deve dare una svolta ad una stagione che per la prima volta non la vede sul podio.

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

XPB Images

Kimi Raikkonen, Scuderia Ferrari SF16-H
Felipe Massa, Williams FW38 e Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Felipe Massa, Williams Martini Racing FW38 e Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari
Felipe Massa, Williams FW38 leads Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H e Nico Hulkenberg, Sahara Force I
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Chiamiamola “Febbre del Sabato pomeriggio”, ma non si tratta di feste danzanti. È una patologia causata da un virus misterioso che sembra aver colpito le due SF16-H. Le conseguenze si manifestano però ventiquattr’ore dopo, quando le monoposto di lanciano per (nel caso di Monaco) i 78 giri di gara.

La domenica ferrarista è stata di fatto la peggiore delle prime sei tappe del Mondiale 2016, sia in termini di punteggio che di bottino di tappa. Per la prima volta, infatti, la Rossa è scesa dal podio, e quest’anno non era mai accaduto. Non si possono invocare circostanze avverse, se non che quando si parte dalla quarta e dall’undicesima posizione, a Monaco si sa già prima del via che ci sarà da sudare.

Copione poi rispettato in pieno, con qualche aggravante. Vettel al via ha mantenuto la quarta posizione, dietro Hamilton, poi al giro numero 13 è stata attuata una strategia definita “aggressiva” da Maurizio Arrivabene.

Seb è passato alle intermedie precedendo tutti gli avversari diretti, ma il rischio c’era: finire dietro una monoposto più lenta. Che nel caso di Vettel si è materializzata nella Williams di Massa. A quel punto Vettel era a 30”901 dal leader Ricciardo, ma nei successivi otto giri ha perso ben 15 secondi dalla Red Bull in testa alla gara. Dopo la corsa Vettel si è accollato qualche colpa che francamente non è sembrata proprio sua.

“E' stata una gara difficile – ha spiegato Seb - penso che avrei potuto fare meglio quando mi sono fermato e sono uscito dietro Felipe. La strategia era giusta, ma avrei dovuto trovare il modo di superarlo. Credo di aver perso lì il podio. Quando ero dietro di lui avevo le gomme intermedie, la pista era molto scivolosa ed era facile sbagliare, ma sento che avrei dovuto trovare lo stesso il modo di farcela”.

Montecarlo ha le sue leggi, e passare un avversario che non sbaglia sul toboga del Principato è impresa impossibile. Come poi è stato confermato anche da Alonso che ha condotto un trenino per oltre trenta giri.

Ma, complici i problemi ai freni di Rosberg, per Vettel e la Ferrari c’era comunque la possibilità di sperare nella coppa monegasca. Il ritardo accumulato dietro a Massa si però dimostrato fatale anche nei confronti di Sergio Perez, sfilato davanti a Vettel dopo l’ultimo pit-stop del tedesco.

Questioni di pochi metri, ma fatali. E a quel punto, avendo la Force India le stesse mescole soft della Ferrari, le speranze di poter scavalcare il messicano erano di fatto nulle. Come nulle si sono dimostrate le speranze del tandem Vettel-Perez di vedere il duo di testa Hamilton-Ricciardo alla prese con problemi di degrado delle mescole più morbide.

Parlare poi dei giri veloci realizzati a singhiozzi dall’unica Ferrari in gara lascia il tempo che trova. In una pista che sembra uniformare tutte le mescole a disposizione, avere pista libera per due giri mette le ali.

I numeri finali del Gran Premio di Monaco dicono anche che c’è una Red Bull che rosicchia punti: dieci tra Barcellona ed il Principato, ed ora si è portata a sole nove lunghezze nella classifica Costruttori.

Non ha aiutato il weekend di Raikkonen, che a Montecarlo ha confermato la sua avversità per i muretti. Kimi in gara ha commesso un errore che si può perdonare ad un esordiente, ma non certo ad un pilota della sua esperienza.

“Per me è stato un fine settimana difficile, concluso con un risultato negativo per me. Oggi, con la pista bagnata, era molto difficile trovare aderenza, cercavo di andare forte ma ero troppo lento. A un certo punto, cercando di scalare la marcia, ho bloccato leggermente il posteriore, sono finito dritto e non sono riuscito a girare al tornantino. Purtroppo ho toccato il muro e danneggiato l'ala anteriore, che è rimasta incastrata sotto la macchina”.

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