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Gp d'Italia: c'è una fumata nera per Monza

L'incontro con Ecclestone a Londra non si è chiuso col contratto. Mister E teme la tenuta della SIAS che è senza risorse. Serve un rinnovamento dei vertici, altrimenti Imola o il Mugello...

Dr Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci Csai, Sergio Marchionne,  Presidente Ferrari e CEO Fiat Chrysler Automobiles, Bernie Ecclestone, Matteo Renzi, Primo Ministro Italiano, Gian Luca Galletti, Ministro, Jean Todt,  Presidente FIA

Dr Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci Csai, Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO Fiat Chrysler Automobiles, Bernie Ecclestone, Matteo Renzi, Primo Ministro Italiano, Gian Luca Galletti, Ministro, Jean Todt, Presidente FIA

XPB Images

I loghi Monza
Pasquale Lattuneddu della FOM con Dr Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci Csai e Matteo Renzi, Primo Ministro Italiano
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Andrea Dell'Orto, SIAS, Presidente del Circuito di Monza
Ivan Capelli, Presidente ACI Milano
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Podio: vincitore Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team, secondo Sebastian Vettel, Ferrari, terzo Felipe Massa, Williams

Non è stato ancora raggiunto un accordo sul Gp d’Italia. Bernie Ecclestone ha ricevuto la bozza di contratto portata a Londra da Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, e da Ivan Capelli, presidente dell’AC Milano. Mister E non avrebbe contestato l’accordo economico (18 milioni di euro all’anno per un rinnovo di sette edizioni a fronte dei 25 milioni richiesti come base), ma avrebbe voluto garanzie sulla gestione della corsa tricolore temendo per la solidità della SIAS, la società che gestisce l’autodromo brianzolo.

Il lamento di Roberto Maroni, Governatore della Lombardia, che minaccia di bloccare l’investimento di 7 milioni di euro per 10 anni se la Regione non sarà al tavolo della trattativa non è passato inosservato al capo della FOM. Va aggiunto che l’investimento, per il momento, è stato finanziato solo per tre anni e comprende l’intera area del Parco di Monza, visto che la quota parte destinata all’impianto sarebbe solo di 2,3 milioni di euro da spendere nell’ammodernamento della struttura.

L’ACI non è un… bancomat

Senza quei soldi, dunque, rischia di saltare la realizzazione della variante grazie alla quale Monza vuole ridisegnare il tracciato, saltando il Curvone, nel tentativo di riportare sullo stradale le moto. Perché la SIAS si è “mangiata” il capitale sociale con l’indebitamento della gestione 2015 e l’AC Milano ha parzialmente coperto il debito per evitare guai peggiori. E non è affatto pensabile che tocchi all’ACI Italia intervenire con ulteriori finanziamenti per sostenere l’impianto, dal momento che il mandato ricevuto da Angelo Sticchi Damiani dal presidente del consiglio, Matteo Renzi, e dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, è solo di salvare il Gp d’Italia.

La sensazione, quindi, è che non ci sia solo una questione di soldi, ma anche di uomini. Andrea Dell’Orto e Francesco Ferri, rispettivamente presidente e direttore generale della SIAS, si sono rivelati inadeguati nel condurre l’Autodromo di Monza, producendo un grave passivo con il loro piano industriale che, invece, doveva garantire un gettito per finanziare la Formula 1. C’è, quindi, una profonda divaricazione di vedute fra l’ACI e la SIAS sulla gestione di Monza. E questo ad Ecclestone proprio non è piaciuto.

La posizione di Capelli

Entro la fine del mese ci sarà un nuovo incontro con Bernie a Londra e dovrà essere quello risolutivo, ma qualcosa dovrà cambiare in fretta se non si vuole perdere il Gp a Monza. Chi in questo momento si trova in una morsa è Ivan Capelli. L’ex pilota della Ferrari e oggi commentatore della RAI ai Gp è anche il presidente dell’AC Milano, l’ente che controlla la SIAS: è stato il milanese a dare mandato ad Andrea Dell’Orto per rilanciare Monza.

I fatti dicono che la gestione degli uomini di Confindustria nell’autodromo si è rivelata un fallimento: Ecclestone teme che la SIAS possa saltare per aria e vuole garanzie perché ci possa essere una svolta nella gestione che non pregiudichi il Gran Premio dopo che eventualmente sia stato raggiunto un accordo. Capelli, insomma, rischia di trovarsi con il cerino in mano: persona specchiata, stimata da tutti, deve prendere il toro per le corna per sbloccare la situazione. Finora non l’ha fatto. Ivan preferisce non parlare, il momento è molto delicato. Ora, in effetti, servono i fatti e non le chiacchiere.

L’alternativa Imola o Mugello?

Un fatto è certo: Angelo Sticchi Damiani non è disposto a perdere il Gp d’Italia. Ci ha messo la faccia cercando di trovare la soluzione economica. Ha coinvolto il PRA per finanziare una parte del budget necessario a mantenere la Formula 1, sapendo di scatenare anche una dura reazione dei sindacati all’interno dell’ACI. Insomma il dirigente pugliese si è messo in una posizione scomoda, ma non vuole chiudere la partita con una sconfitta.

È chiaro che se non ci saranno le condizioni per effettuare la corsa a Monza, il presidente dell’ACI aprirà le porte ad altri autodromi: Imola e Mugello sono all’erta…

 

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