Ferrari: è stato riparato il problema al cambio di Vettel
Vettel ha perso venti minuti di lavoro nella seconda sessione di prove libere per un problema di software nella gestione della trasmissione. Il tedesco spera di migliorare la messa a punto domani, ma la Ferrari è di nuovo dietro anche alla Red Bull.
Foto di: XPB Images
Non è stato un venerdì di passione come quello di Silverstone, ma al di là di questa notizia, la prima giornata del weekend di Budapest non ha portato in Ferrari riscontri che possono far tirare il fiato.
La Mercedes ha iniziato il fine settimana sull’Hungaroring girando su tempi stellari, sia nelle simulazioni di qualifica che nei long-run. Con Hamilton bloccato da un incidente, Rosberg ha messo un solco tra sé e il resto degli avversari che senza eventi epocali non potrà essere colmato. Ma per la Ferrari gli stimoli ci sono tutti, perché il ruolo di seconda forza è tutt’altro che scontato.
La Rossa sul passo gara non entusiasma
Una Red Bull agguerrita era nelle previsioni, viste le caratteristiche dell’Hungaroring, ed i primi riscontri lo hanno confermato. Vettel si è inserito tra Ricciardo e Verstappen nelle simulazioni di qualifica, ma il passo gara delle due Red Bull è apparso (anche se non di molto) più veloce delle due Rosse.
Le simulazioni di qualifica di Raikkonen e Vettel non sono state perfette, con entrambi i piloti autori di sbavature che non hanno consentito di sfruttare il plus che offre la gomma nuova. Ma non è sempre colpa dei piloti.
Con la Supersoft il miglior tempo arriva al terzo giro!
E’ vero, Raikkonen non ha messo insieme un giro che lo avrebbe portato sui tempi della Red Bull, ma c’è anche una SF16-H che non è affatto un mostro di guidabilità. Ed ha incuriosito il fatto che entrambe le Ferrari abbiano ottenuto la miglior prestazione cronometrica dopo tre giri, mentre con le Supersoft il tempo andrebbe sparato nel giro secco.
Le carenze di carico aerodinamico a Budapest si pagano, anche quando di tratta di far funzionare al meglio la mescola supersoft, novità dell’edizione 2016 della corsa ungherese. In Ferrari sperano nel fattore-pista, auspicando che un tracciato più gommato possa diventare un alleato del Cavallino rampante. Ma al momento a far testo sono dei riscontri non proprio entusiasmanti.
L’impressione è che per sopravanzare le due Red Bull i tecnici del box ferrarista debbano fare un lavoro simile a quello dello scorso anno, quando tra venerdì e sabato seppero ribaltare una situazione difficile.
La paura per la trasmissione è rientrata
Nel pomeriggio c’è stato anche un problema al cambio sulla monoposto di Vettel, costato al tedesco una ventina di minuti. L’anomalia, dovuto al software, è stata risolta, ma per qualche minuto sono riapparsi i fantasmi di Silverstone, pur non essendo quella usata la trasmissione che Seb monterà sulla SF16-H in qualifica e gara.
“La buona notizia, però, è che siamo stati in grado di risolvere il problema – ha poi spiegato Vettel - ma questo mi ha fatto perdere un pò il ritmo. Dopo la macchina è andata bene, ma penso che domani si possa ancora migliorare nella messa a punto e trovare un buon bilanciamento. Abbiamo bisogno di progredire nei settori 1, 2, 3, non in uno in particolare. Non sono completamente soddisfatto dell'assetto, ma se riusciamo a mettere tutto insieme, penso che domani possiamo far meglio in tutti e tre i settori. Oggi è venerdì, e io in genere non do molto valore al venerdì. Noi guardiamo a noi stessi, dobbiamo migliorare in alcune aree e poi ripartire da lì. Domani sarà un altro giorno”.
La seconda fila è l'obiettivo massimo
Domani sarà effettivamente un altro giorno, ed anche particolarmente importante per i due ferraristi. L’obiettivo della seconda fila, che lo scorso anno era considerato un po’ il minimo sindacale, inizia ad essere più in salita del previsto.
Almeno su quelle piste in cui è il telaio a fare la differenza. Domani arriveranno i motori evoluti (oggi sulle due Rosse c’erano power unit precedenti senza gli ultimi gettoni), e in Ferrari sperano che possa essere un vantaggio da sfruttare nei confronti dei Renault della Red Bull per trovare quella boccata d’ossigeno di cui il box ferrarista ha davvero bisogno.
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