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Red Bull: il retroscena del disco rotto a Barcellona

Ecco perché Vettel ha dovuto rallentare nel finale per difendere il terzo posto

La Red Bull ha ammesso che il problema ai freni che ha costretto Sebastian Vettel a rallentare visibilmente il passo nelle ultime fasi del Gp di Spagna era dovuto ad un'anomala rottura del disco in materiali compositi. Il pilota tedesco è stato molto bravo a completare la corsa al terzo posto, quando gli uomini del muretto dei box gli avevano consigliato addirittura il ritiro temendo che ci potesse essere un problema di sicurezza. Christian Horner ha spiegato “... che ha ceduto il disco anteriore sinistro a metà, proprio al centro”. In sostanza Vettel si è trovato solo con tre freni funzionanti e per escludere quanto era possibile quello anteriore, ha ripartito la frenata sul posteriore, anticipando la staccata per sfruttare anche l'aerodinamica della vettura per restare in pista. Naturalmente Adrian Newey ha avviato un'indagine approfondita per capire come mai si sia verificato per la seconda volta un problema sul freno anteriore sinistro: come si ricorderà proprio Vettel era uscito di pista in Australia mentre era saldamente al comando della corsa. I tecnici della Red Bull Racing hanno chiesto un'analisi dei materiali alla Brembo che fornisce dischi, pinze e campane alla squadra di Milton Keynes e non sarebbero emerse delle anomalie costruttive, né di materiali. Il problema allora sarebbe di montaggio. E a ben guardare, si nota che Newey si è preso il rischio di montare la pinza dei freni in posizione orizzontale e più bassa possibile, mentre di solito i progettisti preferiscono collocarla verticalmente. Il vantaggio è che si abbassa il baricentro della monoposto in una zona molto sensibile della vettura, vale a dire nelle masse non sospese, ottenendo una macchina molto reattiva nei repentini cambi di direzione. Questa soluzione, però, presenta anche delle controindicazioni. La pinza, infatti, viene sottoposta a delle sollecitazioni torsionali, che quella tradizionale, montata verticalmente, non subisce. Il puntone della sospensione si infulcra al portamozzo proprio in prossimità della pinza. E in quella zona si concentrano forze e temperature notevoli che insieme possono generare dei problemi di affidabilità. Tanto più che la pinza “stesa” è oggettivamente più difficile da raffreddare avendo una superficie meno esposta al flusso d'aria. Il geniale Newey, insomma, si può vantare di aver costruito una monoposto che in Spagna è risultata un secondo più veloce della concorrenza, ma per ottenere questi risultati ha dovuto estremizzare al limite certi concetti. E non è un caso che i guai siano emersi sia a Melbourne sia a Barcellona sull'anteriore sinistra, vale a dire la ruota che più sta in appoggio in questi tracciati che hanno un senso di marcia orario. Che poi i problemi emergano sempre con Vettel, mentre Webber non ha avuto difficoltà, probabilmente dipende dal fatto che il tedeschino sfrutta l'intero potenziale della RB6, portandola più spesso al limite.

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