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Esclusivo: ecco in anteprima l'Active Windscreen di Scalabroni

Mentre la FIA ha ritardato l'adozione dell'Halo al 2018 come nuova protezione della testa del pilota, Enrique Scalabroni ha presentato alla FIA l'Active Windscreen grazie al quale si potrebbero risolvere i problemi degli altri sistemi sperimentati.

Disegno del parabrezza attivo di Enrique Scalabroni

Foto di: Enrique Scalabroni

(Da sx a dx): Enrique Scalabroni con Bernie Ecclestone,
Disegno del parabrezza attivo di Enrique Scalabroni
Disegno del parabrezza attivo di Enrique Scalabroni
Enrique Scalabroni mostra a Christian Horner, Red Bull Racing, il progetto di un sistema attivo di protezione per la testa

Si chiama Active Windscreen. Si tratta della terza proposta che è stata portata alla FIA dopo l’Halo e il parabrezza della Red Bull Racing. È un concetto inedito di protezione della testa: l’idea è stata sviluppata da Enrique Scalabroni che in occasione del GP d’Italia a Monza l’ha mostrata anche a Bernie Ecclestone e a Christian Horner, team principal della Red Bull Racing.

Se l'Aeroscreen di Milton Keynes non ha superato i test di validazione della FIA (scarsa visibilità in caso di parabrezza sporco, difficile estrazione del pilota), l’adozione dell’Halo è stata rinviata al 2018, anche se le squadre ne stanno proseguendo la sperimentazione per trovare tutte le criticità, in modo da omologare l’anno prossimo una versione più evoluta che offra maggiori requisiti di sicurezza e di visibilità. Al momento non sembrano essere stati risolti i problemi di estrazione veloce del pilota in caso di trauma.

Per cercare di trovare una risposta agli interrogativi è entrato in scena il vulcanico Enrique Scalabroni, ex progettista di Ferrari e Williams. L’argentino ha sviluppato un concetto che aveva già cominciato ad analizzare nel 2009 dopo gli incidenti accaduti a Felipe Massa nel GP d’Ungheria e a Henry Surtees colpito in testa da una gomma vagante. Il concetto iniziale è stato più volte aggiornato, visto che adesso può fare affidamento sulle tecnologie più avanzate in materia di sensoristica. In cosa consiste l’Active Windscreen?

“E’ costituito da due elementi separati: il primo è un parabrezza attivo e il secondo è una cupola mobile sopra la testa del pilota. Il parabrezza attivo deve essere montato a scomparsa nella parte superiore del telaio davanti all’abitacolo. Si tratta di una struttura che prende la forma della scocca. Il parabrezza deve essere ad elevata resistenza agli urti con un cristallo che non deve avere curvature per cui permetterà una visibilità perfetta. La rampa che deve deviare i detriti si alza con una rotazione verticale grazie a due attuatori montati nella scocca collegati a due accumulatori ad alta pressione”.

E come si dovrebbe attivare il movimento?
“Con una pulsante posto sul volante che può essere azionato dal pilota in caso di incidente. Ma è prevista anche all’introduzione di sensori di riconoscimento di distanza che creano una sorta di camera 3D entro la quale c’è il riconoscimento degli oggetti. Stiamo parlando di una tecnologia che è in uso in aeronautica. La protezione si apre con un tempo di reazione di soli 2 millisecondi. La rampa può tornare nella posizione originale e dovrebbe disporre di due cariche per consentire al pilota coinvolto in un incidente di ripartire se la sua vettura non ha riportato danni”.

Sopra alla testa del pilota, invece, andrebbe montata una sorta di cupola...
“Sì, serve a proteggere la testa del pilota da oggetti che possono arrivare da qualsiasi direzione: penso all’impatto che è stato fatale a Justin Wilson in Indycar. La cupola si apre lateralmente con un pulsante che può essere azionato dal conduttore o dai commissari di percorso. Una semplice barra di torsione precaricata fa ruotare la protezione, liberando il pilota che avrebbe la stessa possibilità di entrare e uscire dall’abitacolo proprio come oggi”.

E se la monoposto fosse capotata?
“In questo caso il tettuccio potrebbe essere estratto frontalmente con un semplice sgancio dai fermi anteriori anche da parte del medico. La struttura dovrebbe essere in titanio con una copertura in materiale composito. Si può integrare il suo disegno a quello del roll bar. Si avrebbe una struttura molto simile a quella che c’è in LMP1 e che è piaciuta molto a un progettista di nome che ha avuto modo di apprezzarla”.

Qual è stata la reazione della FIA?
“Ho presentato il progetto a Charlie Whiting, ma non è successo niente. Io sono disposto a metterci l’idea, lasciando il progetto alla FIA, ma non ho le risorse per fare la sperimentazione. Ho chiesto aiuto a Christian Horner e il team principal della Red Bull Racing mi ha detto che il concetto è molto interessante, ma non è disposto a investire dei soldi se non è la FIA a dare il via ai test dopo la bocciatura del Windscreen”. 

Stando alle indiscrezioni sarebbe stato Bernie Ecclestone a chiedere il rinvio dell’Halo di un anno: Mister E si sarebbe presentato a Ginevra in occasione della F.1 Commission facendo valere il suo peso politico, lasciando intendere agli interlocutori che ci sarebbe un’altra proposta interessante da valutare. Sarà forse l’Active Windscreen di Henrique Scalabroni?

 

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